Una chiacchierata con il cestista di origini italo-ceche, guardia dell’Angelico Biella, nel campionato Italiano di A2. Nato a Buenos Aires, ci racconta dei suoi allenamenti, della sua alimentazione e di quanto porta l’Italia nel cuore.
Ariel, sappiamo tutto di te. Ma come è nata la tua passione per il basket?
“A 5 anni mia madre Teresa mi portava in un grande centro dove c’erano tutte le attività: piscina, campi di calcetto, e campi di basket. Inizialmente partecipavo a tutte le attività, poi ho cominciato a concentrarmi sul basket. Mi piaceva scendere in campo e tirare a canestro. I miei genitori avevano giocato tutti e due, dunque mi hanno incoraggiato, anche se la mia è stata una scelta di passione. A quel punto ho cominciato a seguire gli allenamenti nella mia prima squadra dei piccoli che qui chiamate MiniBasket. Ho iniziato a giocare con il Ramos Basquet ed a 16 anni sono stato chiamato a giocare nelle giovanili del Ferro Carril Oeste Básquet di Buenos Aires, con cui ho avuto la possibilità di giocare anche nella prima squadra, per poi arrivare qui in Italia a 19 anni.”
Siamo curiose. Quanto ti alleni?
“La settimana di allenamenti comincia, solitamente, il martedì in quanto il lunedì è il giorno libero, dedicato al riposo dopo l’impegno della gara di campionato della domenica. Il programma di allenamenti viene individuato dall’allenatore in accordo con il preparatore fisico, dunque varia a seconda della squadra in cui si gioca. Io, in linea di massima, mi sono sempre allenato in questo modo:
– ll martedì si fa una sessione di allenamento in palestra. E’ il preparatore fisico della squadra a decidere il programma e la durata dell’allenamento in sala. Alla sessione in palestra segue la sessione di tiro che si svolge in campo. Si trasferisce il lavoro fisico fatto la mattina nel lavoro tecnico sul campo con un allenamento in di 2 o 3 ore in cui ci si concentra, assieme al coach, sulla tecnica di gioco.
– Il mercoledì alcuni allenatori lo dedicano al lavoro sui fondamentali. Questo vuol dire lavoro tecnico individuale indirizzato al miglioramento delle caratteristiche dell’atleta (nel mio caso può essere lavorare sul tiro dalla lunga distanza e via dicendo). Il pomeriggio segue la sessione di allenamento in campo di 2 o 3 ore, come il martedì.
– Il programma del giovedì è uguale a quello del martedì.
– Il venerdì di solito abbiamo la mattina libera. Nel pomeriggio ci si dedica alla visione del video del Club avversario che la squadra incontrerà la domenica. Tutto il Team riunito, visionando le azioni del video, effettua uno studio tecnico del gioco dell’avversario: è il coach che formula le strategie di attacco e difesa in campo, indirizzando gli atleti negli schemi e nei ruoli. Segue il consueto allenamento in campo di un paio d’ore.
– Il sabato si lavora solo la mattina, con un tipo di allenamento un po’ meno pesante degli altri giorni.”
Come si alimenta uno sportivo? Quali sono le tue abitudini personali?
“La mattina mi piace far colazione con yogurth con cereali e frutta. Consumo due pasti principali in cui mangio di tutto e se l’allenamento serale è verso le 19, allora faccio anche una merenda con toast e succo di frutta un’ora prima della sessione in campo.
Molte volte ascolto il mio corpo che mi dice cosa devo mangiare. Mi capita, a volte, di mangiare molto. Come i miei colleghi argentini, noi abbiamo l’abitudine della grigliata settimanale. Sono momenti in cui si mangia molto, molta carne, quindi molte proteine a cui si associano anche tanti altri alimenti e, naturalmente, un bicchiere di buon vino. Al risveglio, il giorno dopo, avverto che il mio corpo ha bisogno di purificarsi. Allora sono solito bere acqua e limone e poi, a distanza di 15/20 minuti faccio colazione normale. Durante la giornata dopo la grigliata, cerco di seguire un regime alimentare basato su verdure e proteine derivanti dai legumi e poi frutta.”
E’ il corpo che me lo chiede.
Tu sei argentino ed hai abitudini alimentari diverse dalla dieta mediterranea.
“In Argentina non si mangia così tanta pasta come in Italia. Da noi la pasta è considerato un piatto unico, quindi non viene associato ad altri aimenti. Non si mangia nemmeno tanto pesce anche perché, pur essendoci l’oceano, il pesce (che è molto diverso da quello che si pesca qui e che arriva sulle tavole italiane) non è introdotto nella cultura culinaria argentina. Noi abbiamo la carne come elemento principale della nostra alimentazione. Io mi sono abituato al regime alimentare della cultura mediterranea. Quando sono venuto in Italia il pesce quasi non mi piaceva. Ora mi piace tantissimo, anche perché, avendo giocato quattro anni in Sicilia, ho avuto modo di mangiare tanti piatti a base di pesce cucinati secondo la migliore tradizione del sud Italia.”
Cosa ti sei portato dall’Argentina che hai sempre con te?
…naturalmente il Mate
“Io lo uso anche per merenda. Una tisana fatta di erbe argentine, essiccate, simile al Thè. Si mette dentro un contenitore che altro non è se non un frutto essiccato, tagliato a metà e svuotato, vi si versa sopra, lentamente, l’acqua bollente. Lo si fa non velocemente per non far perdere il sapore all’erba. Poi con la “bombilla“, ila cannuccia/filtro, si beve. Io ne consumo molto, circa un litro al giorno se non di più. Ha delle proprietà digestive, rilassanti ma allo stesso tempo è energizzante per la presenza della Mateina (una sostanza simile alla Teina). Lo porto sempre con me, anche quando sono in giro. Non lo consumo solo a casa.
E quando ripartirai dall’Italia cosa porterai con te?
E’ difficile. Mi piace molto la mozzarella di bufala ma è complicata da riportare in Argentina!
La storia cestistica di ARIEL (fonte Wikipedia)
Di origini paterne ceche con ascendenti italiani di Genova e Reggio Calabria. Inizia a giocare nelle giovanili del Ferro Carril Oeste Básquet squadra della sua città natale Buenos Aires e, dopo una parentesi con l’esperienza nei Lawn Tennis de Ramos Mejia, torna a giocare nel Ferro Carril in Liga A Argentina per due stagioni venendo anche selezionato dalla nazionale argentina under 16.
Nel 2004 lascia il massimo campionato argentino per trasferirsi in italia in LegaDue a Novara dove trascorre due stagioni per poi tornare a campionato in corso in Argentina sempre al Ferro Carril. Torna più stabilmente in Italia l’anno successivo dove trascorre tre stagioni nell’ Associazione Basket Latina con cui conquista la promozione in LegaDue. Successivamente bissa lo stesso successo con il Basket Barcellona ed il Basket Trapani.
Le vicissitudini della squadra siciliana, ridenominata Pallacanestro Trapani, con la relativa retrocessione in DNC, ne fa un punto di riferimento per la squadra e la nuova categoria, conducendo la Pallacanestro Trapani alla vittoria della Coppa Italia DNC (premiato come MVP delle finali) ed alla promozione in Serie B Dil..
Terminata l’esperienza siciliana si sposta prima a Biella (in prova) poi a Treviso in DNB che lo tessera nel febbraio del 2014[2]. Successivamente nel 2014 passa alla Robur Osimo[3] ed a metà campionato si svincola per giocare nella Castellano UDAS Cerignola[4] sempre in Serie C. Nell’estate del 2015 viene ingaggiato dal Basket Scauri[5] formazione neopromossa in Serie B. Dal 18 gennaio 2016 sale in Serie A2 firmando un contratto fino a fine stagione con l’Angelico Biella[6]
Foto a cura di Alberto Tesoro e Fabrizio Di Falco per Basketinside.com
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